Cenni di storia della Fondazione

La storia dell’attuale “Fondazione conti Lydia e G.Giacomo Morando Attendolo Bolognini” affonda le sue radici nel lontano 1922, quando, con decreto del 21 dicembre, nasce l’Ente morale” Orfanatrofio Morando Attendolo Bolognini” per iniziativa della contessa Lydia Caprara di Montalba vedova Morando.
Con atto 5 settembre 1922, a rogito notaio Mauro Pavoni, la contessa donò il palazzo di Lograto con le sue adiacenze e la somma di £.500.000 in titoli di stato, per l’accoglienza e l’educazione degli orfani dei contadini della provincia di Brescia ed in particolare di Lograto e Maclodio. Aveva voluto così tener viva la memoria del marito, morto nel 1919, che le aveva raccomandato di investire parte dei suoi beni in opere di beneficenza.
La villa-palazzo era stata costruita nell’arco di quattro secoli dal 1500 al 1800 dalla famiglia Calini, che disponeva di vaste proprietà terriere in Lograto. Venduta ai primi dell’800, era stata acquistata nel 1888 dal conte Morando, che non l’aveva mai abitata, preferendo per i suoi soggiorni in paese, il castello. 
Nel 1917 la villa aveva già accolto un cospicuo numero di profughi veneti, dopo la rotta di Caporetto.
Dal 1922 si convertì in orfanotrofio, ospitando in un’ala anche l’asilo infantile e l’ambulatorio medico, sempre per disposizione testamentaria della benefattrice. Il campo antistante la villa, detto Bersò, di circa 6 piò, fu invece concesso in affitto e di solito coltivato a mais.
L’Ente morale fu amministrato, secondo statuto, da una commissione così composta: due membri di diritto (la contessa ed il senatore Ugo da Como, esecutore testamentario del conte Morando), un membro nominato dal consiglio comunale di Lograto, un membro nominato dal consiglio provinciale di Brescia, tre membri nominati dal prefetto di Brescia, di cui uno scelto tra i funzionari della amministrazione scolastica provinciale. La commissione, guidata da un presidente eletto dai consiglieri, rimaneva in carica 4 anni. Le prime sedute si tennero a Lograto, ma le successive si svolsero nella sede delle Opere Pie in via Moretto a Brescia, poi a palazzo Broletto e dal 1977 nel castello di Lograto.
Il numero degli orfani assistiti, bambini tra i 3 e i 10 anni, variava di anno in anno, ma in genere si aggirava sui quaranta, cinquanta. La maggior parte era a carico del Comitato provinciale orfani di guerra, altri usufruivano del lascito o di donazioni private. In media, nel 1923, ogni ospite costava £. 6 al giorno. Ma i bilanci dell’Ente, fin dai primi anni di gestione, chiusero in passivo, perché le spese per l’assistenza erano notevoli e soprattutto onerosi i costi per adeguare la struttura alla nuova funzione. Dai bilanci annuali emergono i numerosi esborsi in denaro della contessa, sia per permettere agli orfani vacanze estive a Zone, sia per rinnovare biancheria, vestiario, elementi di arredo, sia per i doni durante le varie festività. Dopo alcuni anni, anche i Comuni di provenienza degli orfani furono chiamati a contribuire alle spese, ma spesso questi appelli rimasero inascoltati a causa dei magri bilanci comunali. Vennero allora coinvolte associazioni caritative come la Congrega della Carità apostolica con il “Fondo Bonoris”, l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia(ONMI), poi le banche, l’associazione industriali, ecc.
Consapevole delle difficoltà economiche incontrate dall’Ente da lei voluto, la contessa Lydia Caprara alla sua morte, avvenuta il 30 gennaio del 1945, integrò il suo primitivo lascito locale, aggiungendovi il castello col parco circostante, le cascine Godi e Restello con 315 piò di terra e infine la cascina Torcolo con 29 piò. Il palazzo ed il castello dal 1943 erano stati requisiti dalla Guardia Nazionale Repubblicana per allestirvi un ospedale da campo, arrecando danni alle strutture. La commissione amministratrice, insediatasi nel secondo dopoguerra, chiese il risarcimento dei danni agli organi competenti e, sempre dando seguito alle ultime volontà della contessa, aprì in castello un orfanotrofio femminile. Le prime ragazze affidate alle suore dorotee da Cemmo furono ospitate nella struttura, appositamente adeguata alla nuova funzione, nel 1947. A partire da quest’anno e fino al 1963/64 le orfane frequentarono una scuola elementare interna, poi furono inserite nelle classi statali del paese, mentre in castello fu inaugurata una sezione di scuola media unificata televisiva che durò tre anni. Contemporaneamente, accanto a corsi di avviamento professionale femminile, frequentati anche da alunne esterne, entrarono in funzione laboratori di maglieria, corsi di taglio, ricamo, confezione. Tutte queste attività terminarono nel 1966, quando nelle stesse aule fu aperta la Scuola media statale di Lograto, come sezione staccata di Trenzano.
Nella villa intanto, considerata la progressiva e costante diminuzione del numero degli orfani, nel giugno 1967, la commissione decise di chiudere l’orfanotrofio, per lasciare spazio a una nuova esperienza: l’Istituto medico psico-pedagogico con annessa scuola speciale. Una decina d’anni dopo, la legge che prevedeva l’inserimento e l’integrazione dei ragazzi portatori di handicap nelle classi comuni, segnò la fine anche di questo esperimento d’avanguardia. In villa si insediò per alcuni anni un CSE, ma la struttura che abbisognava di urgenti interventi di manutenzione e restauro fu venduta negli anni ’80 al Comune di Lograto, che, dopo le opportune opere, vi stabilì la sede del Municipio.
In castello il numero sempre più esiguo delle orfane, portò le suore ad inaugurare nel 1975 un convitto casa-famiglia, aperto anche ai bisogni del territorio, con il doposcuola e la refezione per i bambini delle scuole del paese. Ma nel 1990 anche questo Istituto chiuse e le suore vennero ritirate. Nella parte padronale fu aperta, dopo le opportune ristrutturazioni, una comunità alloggio per minori, mentre nella parte rustica cominciarono a funzionare ambulatori medici, un centro diurno integrato e la sede della Fondazione.
Attualmente i beni immobili della Fondazione comprendono i terreni legati alla cascina Restello, il Castello e il parco circostante. Tutte le altre proprietà nel tempo furono alienate, per coprire le spese derivanti dal mantenimento delle varie istituzioni benefiche citate e per la costruzione dell’asilo. Ogni operazione fu tuttavia effettuata, rispettando le intenzioni e lo spirito che avevano animato la volontà della benefattrice.
Nel terreno antistante la villa fu edificato nel 1920 il monumento dei Caduti e nel 1963 aprì i battenti la nuova Scuola materna.
La cascina Restello fu acquistata negli anni ’70 dal Comune, che vi ricavò appartamenti per gli anziani e la sede della nuova scuola media.
La cascina Torcolo venduta al Comune, diventò sede degli ambulatori medici e della biblioteca, intitolata alla contessa Lydia Caprara di Montalba. 
La cascina Godi con i terreni annessi fu venduta alla famiglia Ferrari, che ne era da anni affittuaria.